sabato 12 maggio 2012

CENTURIONI A MINORI

la Repubblica
11 maggio2012 sezione: Napoli
di Giulio Pane
Si apprende da una recente notizia di stampa che è in via di realizzazione un progetto di "rivitalizzazione" di uno dei più rilevanti complessi archeologici della Costiera, la villa Romana di Minori. Tale progetto comprenderà una serie di spettacolarizzazioni con proiezioni digitali, commenti ed effetti sonori, che sarebbero finalizzate a "vivacizzare" il monumento, non molto conosciuto, per quanto alcuni anni fa dotato di un piccolo, per quanto incongruo antiquarium. Ora, si dà il caso che chi scrive sia stato, negli anni Ottanta, incaricato dal Provveditorato alle Opere Pubbliche di Salerno di una ricognizione complessa sull' edificio, consistente nell' esame delle condizioni di degrado e nella proposta di uno schema d' intervento che consentisse di avviare a soluzione alcuni dei gravi problemi che affliggono il monumento fin dall' epoca della sua più estesa riscoperta, avvenuta fortunosamente all' indomani dell' alluvione del 1954. I più emergenti di tali problemi possono essere sinteticamente riassunti come segue: la presenza di vene idriche superficiali rifluenti dal vicino torrente Reginna minor apporta una grave umidità ascendente, con grave degrado degli affreschi di IV stile, presenti soprattutto negli ambienti interni; la sala tricliniare ne è perciò aggredita a tal punto che le sue mura sono coperte di licheni e muschi, mentre il pavimento musivo è talvolta allagato e illeggibile in gran parte; le strutture degli edifici sovrastanti caricano quelle della villa, producendo nel tempo un grave quadro fessurativo che ha compromesso - insieme agli effetti del terremoto dell' 80 - due sale termali oggi non più accessibili e puntellate con un ponteggio rugginoso e cadente; i due bracci del quadriportico emersi sono anch' essi compromessi da un grave quadro fessurativo e dall' umidità saliente. Questo quadro d' insieme, pur molto sintetico, contrasta in modo offensivo con quanto si vorrebbe realizzare nel luogo, peraltro già segnato da infelici utilizzazioni estive da parte delle organizzazioni teatrali che l' amministrazione locale autorizza da tempo a tenere spettacoli nell' area della piscina. Spettacoli che indussero anche la Soprintendenza - con le mie proteste per l' inevitabile compromissione delle strutture superstiti - a fare eseguire un costoso quanto inutile impianto antincendio, negli anni Novanta. Ci si chiede se e in che modo siano stati superati o ci si proponga di superare i problemi appena elencati e rispetto ai quali, come di fronte a una vera emergenza, ben poco si è fatto in questi anni per rimediarvi. Intanto, per la gioia di grandi e piccini, si organizza l' ennesimo festino multimediale, il cui connotato effimero contrasta non poco con le esigenze di conservazione che avrebbero dovuto imporsi, se non esclusivamente, sopra e prima di ogni altra. Leggiamo anche che saranno realizzati anche cospicui interventi strutturali. Non v' è ragione di dubitarne, tenuto conto dell' importo evidenziato nel Piano di sviluppo approvato dal Comune (circa 5 milioni di euro); vedremo se essi terranno conto delle già dette e più estese ragioni di degrado, che avrebbero comportato la necessità di rimuovere o mitigare all' origine le cause stesse, rimandando a tempi migliori l' allestimento spettacolare che invece ne costituisce visibilmente lo scopo primario e ultimo; di esso sarebbe utile conoscere la quota di spesa, per evidenziare quanto incide, nella visione di tale intervento, la parte che si ritiene di dovere spendere per una spettacolarizzazione "sons et lumières" di gusto infantile. Siamo cioè ancora una volta di fronte a uno spreco ispirato da bonomia populistica e da una visione miope dei criteri di restauro. Perché un' interpretazione assai diffusa dell' efficacia dell' amministrazione del pubblico denaro - sia che si tratti di enti locali che di amministrazioni periferiche dello Stato - è che si spenda per un risultato immediatamente visibile, anche se poi i problemi rimangono irrisolti. Ecco una versione dello spreco nazionale che bisognerebbe tenere nel dovuto conto, oggi che il governo si rivolge addirittura ai cittadini per conoscerla.
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Giulio Pane (Napoli 1940), architetto, diplomato in Restauro dei Monumenti presso la Scuola di Perfezionamento dell’Università di Napoli “Federico II” (1970), professore ordinario di Storia dell’Architettura presso la Facoltà di Architettura di Napoli. Autore di studi di storia dell’architettura e dell’urbanistica, con particolare riferimento alla città di Napoli ed alla Campania, dal Medioevo all’età barocca, ha partecipato a numerosi congressi nazionali e internazionali. Suoi specifici ambiti d’interesse sono la storia dell’architettura e dell’urbanistica nel Mezzogiorno, il paesaggio, la cartografia e il vedutismo di Napoli e della Campania, oggetto di esplorazioni originali, e la problematica del restauro e dei centri storici. Co-direttore della rivista “Napoli nobilissima”. Collabora al quotidiano ‘la Repubblica’, con numerosi interventi relativi alla problematica del centro storico di Napoli, al suo restauro ed al suo rilancio funzionale. Partecipa attivamente alle iniziative culturali tese alla riqualificazione dell’ambiente urbano.
 
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